L’Umbria rischia di finire in zona rossa

La regione Umbria dopo l’incontro tra il ministro Roberto Speranza ed il Comitato Tecnico Scientifico è stata confermata zona arancione, ovvero vige il divieto di spostarsi fuori comune di residenza se non per validi motivi, i bar potranno restare aperti fino alle ore 18 solo con consegna a domicilio e d’asporto, mentre pizzerie e ristoranti potranno lavorare fino alle ore 22 con l’asporto e le consegne a domicilio.
Resta sempre il “coprifuoco” dalle ore 22 fino alle ore 5 del mattino.
I dati registrati questa settimana però preoccupano un pò, si rischia di rientrare in zona rossa per due settimane.

Il famose Rt, ovvero l’indice di contagiosità nei giorni scorsi ha addirittura toccato quota 1.14, così che i sindaci e i vertici della sanità regionale hanno deciso di riunirsi in modalità smart working per decidere il da farsi.
Alla fine di questo incontro sono venute fuori delle novità importanti, una su tutte il coprifuoco anticipato alle ore 21 nelle zone in cui si registrano più di 200 positivi ogni 100 mila abitanti.
Dopo questa decisione, quasi tutte le zone della Perugia sono finite in questa fascia di arancione rafforzata, i primi ad emettere provvedimenti sono stati i comuni di Torgiano, Bevagna e Fratta Todina.

Novità anche per quanto riguarda il comparto scolastico, visto l’aumento dei contagi e l’esplosione di nuovi focolai dopo un vertice tra comuni e Usl si è deciso per il ritorno alla didattica a distanza per ben 31 comuni dell’Umbria, tutto ciò almeno fino al 14 Febbraio.
La governatrice Tesei nei giorni scorso avrebbe inviato una lettera ai sindaci delle zone più colpite dal Coronavirus invitandoli a provvedere a nuove restrizioni, tutto ciò ha portato al mal contento dei banchi d’opposizione che ancora una volta sottolineano la cattiva gestione di questa emergenza da parte di una giunta regionale che senza programmazione scarica la colpa ai sindaci delle città.

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