Denuncia al gastroenterologo dell’ospedale di Perugia per farmaco sbagliato.

Un esame endoscopico del retto eseguito in modo errato su un paziente 50enne. L’uomo denuncia l’ospedale di Perugia dopo aver sostenuto la visita nel reparto Chirurgia generale e d’Urgenza. Dopo la somministrazione dell’anestesia, l’uomo è stato portato in sala rianimazione per complicanze e ci è rimasto per alcuni giorni. Il paziente sostiene che l’anestesia non era necessaria ma utilizzata soltanto per nascondere le lesioni provocate dall’esame. In sala rianimazione, infatti, gli viene diagnosticata una polmonite ab ingestis che è dovuta a resti di cibo nei polmoni. Una svista molto grave che ha causato danni al paziente, che rischiava la vita.

 

Secondo il paziente sarebbero stati somministrati Propofol e Midazolam, cioè farmaci appartenenti alla categoria di medicinali ipnotici, da utilizzare in caso di sedazione e non per l’anestesia generale. Da qui la denuncia all’ospedale e al gastroenterologo che lo ha visitato. Ad aggravare la situazione è la mancata nota sul dosaggio somministrato al paziente che non fa luce sulla situazione. Nella denuncia dunque si evidenzia una probabile  correlazione tra la somministrazione di Propofol e la condizione del paziente. La vicenda rimanda al caso di Carlo Mosca, primario dell’Ospedale di Montichiari che somministrò farmaci anestetici a due pazienti causandone la morte.

 

La denuncia è stata presa in considerazione e sono state attivate le procedure per valutare la situazione e interrogare tutti i medici che hanno preso parte all’esame, oltre a coloro che hanno permesso la somministrazione di analgesici e anestetici senza personale specializzato. Per somministrare farmaci a scopo analgesico e anestetico è fondamentale la presenza di un anestetista, che secondo la denuncia non era presente durante l’esame. Il propofol andrebbe somministrato “solo da persone addestrate a praticare l’anestesia generale” e l’uso da parte del non Anestesista dovrebbe essere considerata “off label”.

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