Troppe aggressioni nelle carceri della regione Umbria

Anche durante il brutto periodo che ha coinvolto la nostra nazione causa Corona Virus , la situazione nelle carceri italiane era quasi pessima , strutture sovraffollate , mancanza di dispositivi adatti all’emergenza , turni massacranti a causa della mancanza di personale , i militari della penitenziaria costretti a subire quasi quotidianamente aggressioni fisiche da parte dei detenuti e verbali da parte di alcuni giornalisti incapaci e soprattutto all’oscura della situazione.
Ad oggi , che per fortuna l’emergenza sembra quasi passata , la situazione non è migliorata per niente , anzi in Umbria le cose sembrano andare peggio , tanto che a far la voce grossa è addirittura il Comune di Perugia.

Proprio nella giornata di oggi , l’argomento riguardante le aggressioni nei carceri che spesso danno esiti importanti per i funzionari della Penitenziaria, è stato portato in Consiglio Comunale nella cittadina di Perugia dove due consiglieri di maggioranza hanno portato in discussione questo fondamentale punto.
Ad appoggiare la grande scelta fatta dai consiglieri , vi era  il Sappe ovvero il sindacato autonomo della polizia penitenziaria che da sempre è vicino a queste tematiche.
L’intento dell’amministrazione
comunale è quello di dare voce ed ascolto alla Penitenziaria , cercando di risolvere anche in maniera rapida questi fatti davvero brutti.

Sarebbe importante rafforzare la collaborazione con la Prefettura e il Consiglio Regionale per poi portare delle serie proposte in Consiglio dei Ministri , dove li sicuramente potrebbero fare importanti leggi a favore delle vittime di aggressione.
Nella nuova casa circondariale “Capanne” , i consiglieri comunali propongono di incrementare il servizio psichiatrico , visto che quasi un terzo dei detenuti ha problemi di questo genere, in modo da tutelare in primis lo stato di salute della persona e poi anche quello del lavoratore.
In sede di consiglio comunale vi erano due figure importanti , il comandante della Penitenziaria di Perugia e la direttrice del carcere , entrambi si sono mostrati aperti a qualsiasi soluzione.

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