L’Umbria dovrebbe rimanere in zona arancione

La divisione in fasce colorate, rossa arancione e gialla, delle varie regioni italiana a seconda della gravità e dell’espansione del virus sembra aver portato in minima parte i frutti sperati, dopo oltre cinque settimane l’indice di contagiosità ritorna sotto l’uno.
Proprio oggi il ministro della salute, Roberto Speranza, insieme ai membri del Comitato Tecnico Scientifico e in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità ha revisionato la situazione Coronavirus in ogni regione, basandosi sui dati che i Governatori inviano settimanalmente alla cabina di regia centrale.
Ecco che dovrebbero esserci alcune novità, non per l’Umbria che quasi sicuramente resterà in zona arancione.

Per altri sette giorni i cittadini dell’Umbria dovranno rispettare i regolamenti vigenti nella zona arancione, il non passaggio a zona gialla è stato deciso per due principali motivi, il primo è che per il passaggio ad una zona con minor restrizione devono necessariamente passare quindici giorni, per l’Umbria ne sono trascorsi appena sette, secondo motivo sono i dati provenienti dagli ospedali, che sono si in miglioramento ma non del tutto eccezionali.
Nota positiva, non esistono al momento le condizioni che potrebbero far passare l’Umbria da arancione a zona rossa.

La condizione generale dell’Umbria ha subito un lieve miglioramento, è doveroso sottolineare che tutto ciò è stato possibile grazie al senso civico e all’educazione dei cittadini, che da sempre rispettano rigorosamente le regole imposte dal governo.
L’indice di contagiosità umbro è ancora superiore all’uno, per esattezza è stabile all’1.09%, ogni 100 mila abitanti ci sono 160 positivi, poche settimane fa ne trovavamo 167, la percentuale tra tamponi effettuati e tamponi positivi cala e passa all’8.32%.
In calo anche i ricoveri in terapia intensiva, -46.
I dati che leggiamo grazie al lavoro della task force ci fanno capire che la circolazione del virus in questo territorio è ancora importante, ma si riesce a tenere sotto controllo.

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