Lavoratori in diminuzione in Umbria.

La rilevazione camponaria sulle forze di lavoro rappresenta la principale fonte di informazione statistica sul mercato del lavoro italiano. Nel 2020, secondo i dati della Rilevazione sulle forze di lavoro dell’Istat, l’Istituto nazionale di Statistica, il numero di lavoratori in Umbria è diminuito dell’1,8%. La categoria a cui appartengono i dipendenti ha subito una marcata riduzione del lavoratori a tempo determinato, statisticamente si registra una riduzione del 17,6% nel 2020. A questo si contrappone un aumento dell’ 1,7% dei lavoratori a tempo indeterminato perché in questo senso ci sono stati i vincoli ai licenziamenti. Tra i settori produttivi colpiti da un accentuato calo degli occupati ci sono inevitabilmente i ristoranti, attività commerciali e alberghiere.

 

Come conseguenza del calo dell’attività economica registrato nel 2020, alla diminuzione degli occupati segue una diminuzione delle ore lavorative. Il calo dell’occupazione ha colpito essenzialmente i giovani. Per la popolazione compresa nella fascia d’età 35 e 64 anni, invece, non si sono registrati grandi mutamenti. Il numero dei non occupati nella popolazione tra 15 e 64 anni è cresciuto del 4,5%; oltre al calo degli occupati, si è registrata una drastica riduzione della domanda lavorativa. Al crollo economico ha inciso la diminuzione del numero di persone in cerca di occupazione di circa il 5,5%. Il tasso di disoccupazione è diminuito di 0,3 punti percentuali rispetto al 2019, attestandosi all’8,2%.

 

Il peso dei Neet (l’acronimo inglese che sta per (Young people) Neither in Employment or in Education or Training, cioè persona soprattutto di giovane età, che non ha né cerca un impiego e non frequenta una scuola né un corso di formazione o di aggiornamento professionale, in Umbria è aumentato di oltre quattro punti percentuali, attestandosi al 20,7%. La media nazionale è al 25,1%. Ció sta a  significare che a livello nazionale un giovane tra i 15 e i 34 anni su 4 non lavora. A contribuire negativamente sui livelli produttivi c’è l’invecchiamento della popolazione che si registra progressivamente dal 2013. 

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