La proliferazione dei cinghiali spaventa l’Umbria

La grave crisi che i settori dell’economia italiana stanno attraversando non sembra voler finire, anzi alcuni comparti continueranno a soffrire ancora di più in questo 2021.
L’Umbria che da anni è una delle regioni leader nel settore agricolo purtroppo sta attraversando un bruttissimo periodo, le cause però non sono da attribuire tutte all’emergenza Covid.19, ma soprattutto all’incontrollata proliferazione dei cinghiali.
Questo strano evento sta portando enormi rischi, in primis per la biodiversità ambientale, ma è anche una minaccia per la salute del cittadino.
A proposito di ciò si sta lavorando per trovare delle soluzioni tempestive.

Proprio nella giornata di ieri la giunta della Coldiretti ha messo sul tavolo questo problema, gli agricoltori spaventati hanno cercato disperatamente delle soluzioni.
Il presidente regionale Coldiretti Albano Agabiti nel suo intervento ha sottolineato la forte e reale preoccupazione dei cittadini, i cinghiali stanno rompendo recinzioni, distruggendo interi campi coltivati e mettono paura al semplice cittadino che ha voglia di farsi una passeggiata nella natura.
Gli imprenditori agricoli hanno chiesto aiuto alla Coldiretti che ha già programmato dei tavoli di lavoro, a preoccupare è la salute pubblica, visto l’arrivo della peste suina.
Per gli amanti dei numeri, in Umbria si contano più di 100 mila esemplari. 

Il pensiero degli agricoltori umbri è lo stesso, vogliono poter lavorare senza problemi e soprattutto senza la paura di veder perso il raccolto dopo l’irruzione di branchi di cinghiali.
La Coldiretti guidata da Mario Rossi ha ben pensato di inviare una nota anche alla presidenza della regione in modo da poter ricevere quantomeno un consiglio.
E’ si vero che la pandemia ora è il principale problema da risolvere e chi i fondi non devono essere sperperati, ma la situazione faunistica umbra inizia ad essere un vero e proprio problema con risvolti non solo territoriali, ma ben presto anche a livelli nazionali.

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