Afghanistan, la situazione precipita. L’Università di Perugia accoglie i profughi afghani.

Le evacuazioni dall’aeroporto della capitale – rifugio di migliaia di afghani disperati che tentano di lasciare il paese – proseguono, mentre l’ambiasciata Usa lancia l’allerta. Nella provincia di Herat prima fatwa contro le classi miste, i docenti: “Le ragazze non potranno più studiare”. La Grecia erige un muro anti profughi, mentre il fratello del presidente Ghani – fuggito negli Emirati Arabi – ha giurato fedeltà al nuovo regime. Massoud junior: “Nessuna resa in Panshir, resistenza è appena iniziata”. C’è anche una possibile presenza di uomini armati dell’Isis tra le minacce che hanno portato l’ambasciata Usa a Kabul a lanciare l’appello a evitare la zona dell’aeroporto. Lo riportano diversi media americani tra cui il New York Times.

 

Dal giugno scorso, quando con l’operazione Aquila 1 furono portati nel nostro Paese 228 afghani, sono circa 2100 i cittadini afghani tratti in salvo e circa 1100 quelli trasferiti in Italia. L’Università degli Studi di Perugia ha perciò immediatamente comunicato alla ministra Cristina Messa la piena disponibilità e volontà ad operarsi attivamente per aiutare e supportare, di concerto con il Ministero, la comunità afghana. Innumerevoli e drammatici sono gli appelli lanciati ogni giorno alla comunità internazionale, non ultimo quello recentemente inviato dagli Stati generali delle donne e da Alleanza delle donne, affinché venga offerta alle giovani afghane accoglienza in Italia e la possibilità di concludere i propri percorsi di formazione e di istruzione presso le nostre scuole, Università e centri di formazione.

 

È l’appello di un intero popolo al quale nessuno di noi può, in buona coscienza, sottrarsi. Per questo, in collaborazione con la Regione Umbria nella persona dell’Assessore Paola Agabiti, che ringrazio per l’immediata e piena disponibilità, intendiamo fare tutto quanto in nostro potere per accogliere, nel migliore dei modi, le giovani e i giovani afghani che vogliano proseguire da noi il proprio percorso formativo”

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