L’Umbria presenta ancora problemi sulla questione aborto

Nel 2020 forse non dovremmo neppure parlare di queste vicende , visto che siamo un Paese culturalmente avanzato e civile ma purtroppo in merito ai progressi relativi all’aborto farmacologico siamo molto ma molto indietro.
Specialmente nella regione Umbra la situazione aborto è alquanto sconvolgente , sopratutto dopo che il 10 Giugno appena passato la governatrice Donatella Tesei ha reintrodotto obbligatoriamente il ricovero di tre giorni per le gravide che vogliono intraprendere l’aborto farmacologico , ovvero l’assunzione per via orale di una semplice compressa chiamata Ru486.
A lanciare l’allarme ci pensa una ginecologa umbra , Marina Toschi che già in precedenza si era battuta per i diritti riproduttivi delle donne.

La dottoressa rimarca la netta contrapposizione tra le linee guida emanate dal governo nazionale e quelle vigenti nel suo territorio , infatti proprio nel mese di Agosto sotto il lascia passare del Consiglio Superiore di Sanità , il Ministero della Salute ha previsto la somministrazione della pillola Ru486 in regime di day hospital , mentre L’Usl umbra non ha ancora messo in pratica queste direttive.
Per fortuna le gravide che praticano l’aborto farmacologico possono firmare e andare via dall’ospedale dopo 24 ore e recarsi dai propri familiari , che in questa situazione sicuramente offrono un supporto psicologico maggiore da quello che si possa ricevere in una stanza di ospedale.

Problema ancora più grave riguardante la Sanità Umbra è che solo tre strutture possono praticare l’aborto spontaneo , ovvero gli ambulatori di Orvieto, Narni e Città di Castello, mentre gli ospedali maggiori praticano l’aborto solo tramite intervento chirurgico , tra l’altro opzione molto più dolorosa per la donna.
La dottoressa in una lunga intervista rilasciata a FanPage sottolinea che spesso molte donne sono costrette ad andare in altre regione , come la Toscana per praticare l’aborto spontaneo.
Molte le testimonianze di donne gravide o che hanno praticato Ivg nelle strutture del territorio umbri a sfavore dell’ordinanza della leghista Tesei.

 

 

 

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