Circa un anno fa nella Regione Umbria esplose un maxi caso che condizionò in maniera assai pesante la vita politica del territorio e soprattutto la vita delle persone indagate nel caso.
Come ben ricordiamo l’inchiesta fu aperta in merito ad alcuni concorsi pilotati per l’assunzione di personale sanitario e non nelle Aziende Ospedaliere di tutto il territorio dell’Umbria.
Ad oggi la Procura ha notificato l’atto a ben quarantacinque persone, tra questi ricordiamo l’ex presidente della regione , l’assessore alla Sanità di quel tempo e l’ex segretario del Partito Democratico Gianpiero Bocci.
I PM che hanno lavorato al caso sono stati Mario Formisano e Paolo Abbritti , che hanno imputato le persone sopra citate per associazione a delinquere , in quanto secondo le indagini portate avanti dalla magistratura si era formata una vera e propria rete formata da politici e da personale al vertice delle Aziende che gestivano i concorsi pubblici in modo da far risultare vincitori persone a loro vicine , a discapito di chi magari meritava un posto di lavoro perchè più professionale e più bravo. Quando la situazione diventò estremamente evidente la Magistratura aprì un fascicolo d’inchiesta.
Il collante tra i politici e i membri delle commissioni dei concorsi era portato avanti dal Sig Duca e il sig Valorosi , rispettivamente direttore generale e direttore amministrativo dell’Azienda Ospedaliera di Perugia in modo da far risultare idonei alla graduatoria o vincitori di concorso gente a loro piacimento. A difendere l’ex segretario del Pd territoriale sono stati due grandi avvocati assai conosciuti alla Magistratura , i dottori Diddi e Brunelli che hanno sottolineato come la condanna inflitta dal giudice al suo assistito fosse non vera in quanto sulla questione “rete di sistema” ancora oggi non esistono prove certe e fondate e che quindi si tratta solo ed esclusivamente di una ipotesi , che ad oggi sembra anche essere errata.
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