L‘Umbria in questo nuovo anno è vittima di scenari sempre più negativi, dopo la presenza massiccia delle varianti inglese e brasiliana del Coronavirus e quindi la chiusura di esercizi commerciali non di prima necessità e le nuove ordinanze ancora più restrittive rispetto alle altre zone dell’Italia, nella notte tra martedì e mercoledì i militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria in un blitz hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari e ad un decreto di sequestro preventivo, nei confronti di tre imprenditori perugini.
I tre noti imprenditori si occupavano del commercio di prodotti petroliferi per autotrazioni, sono agli arresti domiciliari per illeciti tributari e per reato di autoriciclaggio di soldi provenienti dall’evasione fiscale.
La scoperta di questo illecito trae origine da alcune indagini che i militari stavano eseguendo su altre attività commerciali che conducevano simili illeciti, ciò ha consentito l’avvio di un autonomo filone investigativo che ha disvelato l’esistenza di uno strutturato meccanismo di frode “carosello”.
I militari si sono concentrati sulla fornitura di carburante da due società , una tunisina ed un’altra con sede nelle Isole Seychelles per comportamenti sospetti.
Alla fine queste società rivendevano il carburante ai tre imprenditori perugini che a loro volta lo rivendevano alle pompe bianche, quelle senza logo, lucrando sull’Iva.
I tre imprenditori tutti residenti in Umbria sono stati sottoposti agli arresti domiciliari, nonché il sequestro preventivo di somme di denaro, beni mobili ed immobili per un ammontare complessivo di circa 1,5 milioni di euro.
Il Procuratore della Repubblica, Raffaele Cantone nella giornata di domani avvierà i colloqui con i tre interessati, in modo da capire meglio la rete che sono stati capaci di creare.
L’operazione si aggiunge ad altre analoghe, sempre andate a buon fine condotte dal comando provinciale della Guardia di Finanza, sempre attento a contrastare questi illeciti.
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