Criptovalute, il futuro sono le assicurazioni?

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Sempre più utenti si stanno avvicinando al business delle criptovalute, spinti prevalentemente dall’uso di ottimi servizi di exchange e wallet come hodly, e da una crescente opportunità di utilizzare tali asset digitali anche per operazioni di regolamento commerciale.

Dunque, non c’è da sorprendersi che, con la maturazione dei mercati della criptovaluta, nuovi operatori si stiano avvicinando con crescente interesse al settore. E le compagnie di assicurazione non fanno eccezione: secondo un recente report di Bloomberg, l’assicurazione sulle criptovalute è destinata a diventare una “grande opportunità” per tutti i player di settore, tant’è che perfino un portavoce di Allianz, uno dei più grandi assicuratori del mondo, ha dichiarato esplicitamente al media americano che la propria società stava già esplorando le opzioni di copertura nell’ecosistema criptovalutario, considerato che questi asset “stanno diventando più rilevanti, importanti e prevalenti sull’economia reale”.

Ma perché l’ecosistema criptovalutario ha bisogno di servizi di assicurazione?

Attualmente, il business della criptovaluta, che consiste principalmente negli exchange e nElle ICO, non è abbastanza grande da fornire entrate sostanziali per il settore assicurativo. Sulla base di informazioni pubblicamente disponibili, anche il più grande exchange di criptovalute, Coinbase detiene solo il 2% delle sue monete assicurate con i Lloyd’s di Londra. Queste criptovalute sono conservate con sistemi di archiviazione “hot” (o sono collegate a Internet), mentre il resto è disconnesso da Internet e… non si sa molto a riguardo, sul loro stato assicurativo.

L’assicurazione per le criptovalute diventa importante quando si considera l’instabilità dell’ecosistema criptovalutario. La valutazione di bitcoin e di altre criptovalute, giunta alle stelle, ha naturalmente acceso l’interesse di truffatori e hacker, determinando massicci furti da wallet e exchange online. Sia sufficiente rammentare il furto da 500 milioni di dollari ai danni di Coincheck, un operatore giapponese, nel gennaio di quest’anno.

Complessivamente, appare chiaro come bitcoin e le altre criptovalute rappresentino delle sfide uniche per gli assicuratori. Per esempio, se in genere i premi assicurativi si basano su dati storici, è pur vero che tali dati sono sostanzialmente assenti per le criptovalute. La volatilità delle valutazioni, dove le oscillazioni dei prezzi a tre cifre non sono rare, può altresì influire sui premi perché riduce il numero totale di monete che sono assicurate. L’incertezza normativa e la mancanza di supervisione negli exchange di criptovalute fa il resto, andando ulteriormente a complicare le cose per gli assicuratori interessati a fornire servizi all’industria criptovalutaria.

Ad ogni modo, quanto sopra non dovrebbe scoraggiare gli operatori. Il bitcoin è sempre stato al centro degli interessi delle compagnie assicurative, e fin dal 2015 Lloyd’s pubblica un report in cui elenca i fattori di rischio per la criptovaluta.

Insomma, l’impressione è che le criptovalute possano rappresentare un nuovo terreno di battaglia per gli assicuratori di tutto il mondo, anche se non è ancora piuttosto chiaro in che modo andranno a operare le compagnie leader del Pianeta, e in che modo andranno a spartirsi un mercato di cui non si conoscono né i confini, né le modalità operative con cui sarà possibile “servirlo”…

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