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Umbria, piccolo pensiero al vaccino Sputnik V

La regione Umbria sta vivendo delle settimane davvero dure, le varianti inglesi e brasiliane del Coronavirus hanno messo a tappeto la sanità regionale, giorno dopo giorno aumentano i positivi, circa il 50% o forse più è contagiato da una delle due varianti, molto più contagiose rispetto al ceppo già presente in Italia da circa dodici mesi.
Per fermare il contagio le mosse messe in campo sono sempre poche, oltre all’obbligo della mascherina, del distanziamento sociale e di evitare luoghi ove possono presentarsi assembramenti, il vaccino sembra essere la vera arma, ma purtroppo non tutto va per il giusto verso.

Proprio in Umbria la campagna vaccinale stenta a decollare, più volte la governatrice Tesei e l’assessore Coletti hanno denunciato gli enormi ritardi e i tagli delle dosi destinate alla regione, invitando Arcuri a fare qualcosa di importante al fine di migliorare la macchina vaccinale.
E’ pur vero che la Tesei insieme a Zaia, e a quanto pare anche con Vincenzo De Luca ,sta valutando l’idea di acquistare per conto proprio nuove dosi di vaccino, inizia ad incuriosire quello russo, lo Sputnik V, in particolare si starebbe valutando l’idea di produrlo in Italia dopo aver comprato il brevetto dai Russi.

Il vaccinato ideato e prodotto dagli scienziati in Russia è in fase di somministrazione in alcuni Paesi compreso la Russia, mentre l’Unione Europea starebbe pensando di iniziare a valutare la sua efficacia visto i buoni risultati che sono usciti fuori dalla fase tre.
Dalla Russia non arrivano proposte e risposte del tutto chiare, si parla di un’interessamento verso alcuni hub-vaccinali costruiti nel Lazio, ma al momento nessuna conferma dagli organi preposti.
Nel frattempo oggi in Umbria è iniziata seppur in maniera assai lenta la vaccinazione agli over 80, si spera di non ricevere ulteriori tagli e ritardi nelle consegne, in modo da rimanere al passo delle altri regioni italiane.