Spesso nell’analisi tecnica gli indicatori e gli oscillatori caratterizzano intere pagine di valutazioni e di interpretazioni.
E spesso, anche su questo sito, abbiamo fatto abbondante utilizzo di tali termini: ma cosa sono esattamente gli oscillatori e gli indicatori?
E quali sono le differenze che ci permettono, concettualmente, di dividere i primi dai secondi? Cerchiamo di chiarire l’analisi dei due termini, evidentemente non sinonimi, ma densi di differenze terminologiche e concettuali.
Indicatore
Partiamo con l’indicatore. L’indicatore è un elemento che si muove attraversando una linea di equilibrio che, di norma, ha la funzione di separare l’andamento rialzista da quello ribassista. Tendenzialmente l’indicatore può assumere qualsiasi valore, non avendo dei limiti da rispettare.
Oscillatore
L’oscillatore è invece un elemento che si muove entro valori minimi e massimi prefissati. Nonostante questo, può comunque agire con una linea di equilibrio posta in centro rispetto alla zona di oscillazione.
Differenze
Dalle poche righe che precedono dovrebbe essere chiaro che l’indicatore è uno strumento “aperto”, con valori in grado di raggiungere qualsiasi risultato. L’oscillatore è invece uno strumento “chiuso”, limitato all’interno di una fascia che è compresa tra un minimo e un massimo predefinito. La formula di calcolo contiene quindi una porzione di “normalizzazione”, mettendo in relazione il valore misurato con un valore secondario che fungerà da riferimento.
Ora, stabilite le principali differenze, è altresì bene ricordare come nell’utilizzo di tali indicatori e di tali oscillatori bisogna considerare che alcuni strumenti sono adatti in condizioni di trend, mentre altri sono maggiormente fruibili in assenza di trend, e che diversi strumenti condividono la stessa logica di calcolo nella formula.
Si tenga altresì in considerazione che la maggior parte degli indicatori e degli oscillatori posseggono dei valori che dipendono dalla chiusura della barra giornaliera, o intraday nell’ipotesi di timeframe inferiori. E considerando che durante il corso di una seduta di negoziazioni il prezzo di chiusura della barra continua a variare, indicando l’ultimo valore segnato dal titolo, anche il valore del segmento finale di un indicatore o di un oscillatore continuerà a modificarsi, fornendo dunque dei segnali che non potranno che essere contrastanti.
Ne consegue che occorrerà utilizzare ogni strumento che “deriva” dal prezzo (come gli indicatori, gli oscillatori ma anche le medie mobili) considerando non solamente il valore delle barre che sono già chiuse (e pertanto, per loro natura, non sono più oggetto di variazione), bensì ignorando il segnale che viene fornito da quelle ancora in formazione.
